Mobilità elettrica in Svizzera

«Chi possiede un’auto elettrica deve poter guadagnare sul mercato dell’elettricità»

22.09.2023

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I veicoli elettrici di Mobility non hanno solo l’obiettivo di alleggerire il clima, ma anche l’approvvigionamento elettrico. Grazie a progetti come «V2X Suisse», i consumatori diventano sempre più attori attivi del mercato elettrico.

Mobility ha grandi progetti: Al più tardi entro il 2030, l’intera flotta – attualmente circa 3000 veicoli – sarà dotata di propulsione elettrica. L’evoluzione in Svizzera verso la mobilità elettrica è incoraggiante, ma le sfide che ne derivano sono molteplici. Infatti, più sono i veicoli elettrici, maggiore è il fabbisogno di elettricità. E quanto maggiore è il fabbisogno, tanto più impegnativo diventa garantire la stabilità della rete. Questa è irrinunciabile per un approvvigionamento affidabile e sicuro del Paese.

È qui che si inserisce il progetto Progetto «V2X Suisse» di lavoro. L’idea: Le auto elettriche non consumano solo elettricità. Grazie alle colonnine di ricarica bidirezionali, possono reimmettere energia nella rete. Per la realizzazione tecnica di questo progetto, Mobility ha coinvolto diversi partner economici, tra cui l’azienda tiko con sede a Zurigo. «Fin dalla sua fondazione nel 2012,tiko ha adottato l’approccio di collegare in rete apparecchi elettrici decentralizzati e batterie e di utilizzarli per la stabilizzazione delle reti», spiega Stefan Dörig, responsabile Regolamentazione. «La tecnologia V2X non è una novità radicale per noi.» La novità per Dörig e il suo team è che le auto elettriche di un’azienda di car sharing fungono da mini centrali elettriche. È interessante anche perché Mobility dispone di un parco veicoli. «Il fatto che con i veicoli elettrici possiamo sfruttare gli asset già disponibili rende V2X non solo interessante dal punto di vista economico, ma anche ecologico. Mobility dà ancora una volta prova di spirito innovativo», afferma Dörig.

Mobility ha grandi progetti: Al più tardi entro il 2030, l’intera flotta – attualmente circa 3000 veicoli – sarà dotata di propulsione elettrica. L’evoluzione in Svizzera verso la mobilità elettrica è incoraggiante, ma le sfide che ne derivano sono molteplici. Infatti, più sono i veicoli elettrici, maggiore è il fabbisogno di elettricità. E quanto maggiore è il fabbisogno, tanto più impegnativo diventa garantire la stabilità della rete. Questa è irrinunciabile per un approvvigionamento affidabile e sicuro del Paese.

È qui che si inserisce il progetto Progetto «V2X Suisse» di lavoro. L’idea: Le auto elettriche non consumano solo elettricità. Grazie alle colonnine di ricarica bidirezionali, possono reimmettere energia nella rete. Per la realizzazione tecnica di questo progetto, Mobility ha coinvolto diversi partner economici, tra cui l’azienda tiko con sede a Zurigo. «Fin dalla sua fondazione nel 2012,tiko ha adottato l’approccio di collegare in rete apparecchi elettrici decentralizzati e batterie e di utilizzarli per la stabilizzazione delle reti», spiega Stefan Dörig, responsabile Regolamentazione. «La tecnologia V2X non è una novità radicale per noi.» La novità per Dörig e il suo team è che le auto elettriche di un’azienda di car sharing fungono da mini centrali elettriche. È interessante anche perché Mobility dispone di un parco veicoli. «Il fatto che con i veicoli elettrici possiamo sfruttare gli asset già disponibili rende V2X non solo interessante dal punto di vista economico, ma anche ecologico. Mobility dà ancora una volta prova di spirito innovativo», afferma Dörig.

Tre fattori di successo

Secondo Stefan Dörig, affinché il V2X si affermi a lungo termine nel settore dell’elettromobilità, devono essere soddisfatte tre condizioni: «Prima di tutto, l’accesso alla mobilità elettrica deve essere ancora più semplice.» A tal fine è necessario sviluppare ulteriormente in particolare l’infrastruttura (di ricarica). Il secondo punto menziona i costi: «Più veicoli V2X e postazioni sono disponibili, più la tecnologia diventa interessante.» Stefan Dörig cita come esempio lo sviluppo del fotovoltaico, che non è mai stato così economico. «Il terzo punto riguarda la regolamentazione del mercato elettrico.» Che oggi è ancora (troppo) fortemente orientato ai modelli classici. Da un lato alle grandi centrali elettriche che producono elettricità, dall’altro alle economie domestiche che la acquistano. Ed è proprio questo che sta cambiando sempre di più. «Grazie a progetti come «V2X Suisse», i consumatori diventano sempre più attori attivi del mercato elettrico.» La politica deve tenere conto di questo sviluppo.

Sprint finale dei mesi invernali

Nonostante le sfide, Dörig non ha dubbi: «Negli ultimi dodici mesi, insieme a Mobility e ad altri partner di progetto del mondo economico, siamo riusciti a dimostrare che i veicoli elettrici possono essere utilizzati già oggi come efficienti accumulatori di energia.» Per poter raccogliere ulteriori esperienze, il progetto sarà prolungato di sei mesi e proseguirà il prossimo inverno. Secondo Dörig, il V2X è una tecnologia convincente e una grande promessa per il futuro. Sottolinea: «La nostra visione è che ogni proprietario di un veicolo elettrico possa guadagnare denaro sul mercato dell’elettricità e allo stesso tempo contribuire alla svolta energetica, senza alcuna perdita di comfort.»

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Presso la sede aziendale di tiko Energy Solutions a Zurigo si discute del futuro della mobilità elettrica: Stefan Dörig (al centro dell’immagine) a colloquio con l’autore Daniel Schriber (dx.).

Questo contributo è stato realizzato nell’autunno 2023 a metà del progetto.

Cos’è «V2X-Suisse»?

Il progetto di ricerca di durata limitata è stato operativo dall’autunno 2022 alla primavera 2024. Nella normale attività di car sharing di Mobility sono state integrate 50 auto elettriche bidirezionali Honda. Si è trattato del primo test su larga scala con auto elettriche a ricarica bidirezionale in Svizzera. L’obiettivo era dimostrare come questa tecnologia consenta di interrompere i picchi di carico nella rete elettrica e come le postazioni munite di impianti solari possano ottimizzare il proprio consumo. Inoltre, si mirava ad analizzare il potenziale economico-aziendale dei veicoli bidirezionali in Svizzera e a testare la concorrenza tra i potenziali utenti della flessibilità su tre livelli di rete (Swissgrid, gestore della rete di distribuzione e raggruppamento ai fini del consumo proprio).

Il rapporto finale sarà pubblicato nell’estate 2024 su ARAMIS (la banca dati di ricerca dell’Amministrazione federale). ARAMIS – La banca dati di ricerca dell’Amministrazione federale – Pagina iniziale (admin.ch)

Conclusione: il progetto ha dimostrato la fattibilità tecnica e ha dato slancio alla tecnologia bidirezionale, dimostrando che, oltre al collaudato V2H (Vehicle-to-Home), anche il V2G (Vehicle-to-Grid) funziona tecnicamente, sia a livello di rete che di sistema. Per un’azienda di car sharing, tuttavia, non si profilano ancora le condizioni per una convenienza sul fronte economico.

Oltre a Mobility, al progetto hanno partecipato anche le seguenti aziende: Casa automobilistica Honda, sviluppatore software sun2wheel, Sviluppatore stazioni di ricarica EVTEC, Aggregatori tiko, accompagnamento scientifico da parte di novatlantis, in collaborazione con la PF. Il progetto è finanziato dal programma pilota e dimostrativo del Ufficio federale dell’energia UFE sostegno.

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Copyright immagini: Patrick Besch