Vivere in modo sostenibile
Cambio di realtà, per favore
18.01.2021
Ti stai ancora rilassando o stai già scappando? Ti spieghiamo cos’è l’evasione e come puoi capire a che punto sei.
2 ore e 22 minuti. Questo è quanto trascorriamo in media ogni giorno sui social media, dove abbiamo in media 7,6 account (fonte: brandwatch.com). A questo si aggiunge la televisione: Gli svizzeri di lingua tedesca trascorrono in media due ore al giorno, in Ticino nel 2020 erano addirittura poco meno di tre ore al giorno (fonte: UST). Secondo uno studio del 2020, già i bambini in età prescolare trascorrono quasi un’ora e mezza al giorno davanti allo schermo, ovvero 50 minuti davanti alla TV, 20 minuti davanti al tablet, 11 minuti al cellulare e 7 minuti ai videogiochi (fonte: statista.com). I media in generale e Internet con le sue piattaforme in particolare ci attirano in altri mondi e ci distraggono dal qui e ora.
Che cos’è l’escapismo?
Già da tempo è stato coniato un termine: Con la parola chiave «escapismo» (dal latino excapere: fuga) sono soprattutto psicologi e studiosi dei media a studiare il fenomeno della «fuga dal mondo» o della «fuga dalla realtà». Le definizioni esatte di evasione sono diverse. Alcuni parlano di «fuga in un mondo fittizio o in una realtà fittizia», altri più in generale di «dipendenza del piacere e della distrazione». Evitiamo quindi questo mondo per un po’ di tempo a favore di un’altra realtà (apparente) immaginaria o forse migliore.
Perché stiamo scappando?
Altre realtà possono essere emozionanti. Possono contenere atmosfere, figure, logiche e possibilità che non esistono nella nostra vita quotidiana. A volte anche il passaggio a una realtà diversa da quella immediata è molto istruttivo. O almeno rilassante.
Secondo il sociologo americano Elihu Katz, quando si tratta di offerte mediatiche, le scegliamo in modo mirato per una breve pausa dalla nostra quotidianità. In questo modo possiamo allentare le tensioni, dimenticare i problemi, coprire le emozioni sgradite e generare altre emozioni. Possiamo distrarci dalla realtà con le sue regole e norme, ma anche compensare i desideri insoddisfatti.
Dove stiamo scappando?
Gli universi a nostra disposizione parallelamente al qui e ora sono molteplici e in rapida crescita con la digitalizzazione. Per le nostre piccole «fughe» utilizziamo tra l’altro:
Libri, film e programmi
Videogiochi
Navigazione in Internet
Social media (TikTok, Instagram & Co. …)
Oltre a queste comuni e onnipresenti distrazioni, ci sono naturalmente molte altre possibilità. Anche «mondi paralleli» sotto forma di giochi di ruolo, cosplay, realtà virtuale ecc. offrono un cambio di realtà. Altre fonti considerano già quasi ogni tipo di hobby eccessivamente praticato come possibile evasione. Le droghe e le sostanze che danno assuefazione rappresentano una possibilità malsana di cambiare la realtà. Anche il sonno può essere utilizzato come strategia: Anche in questo modo possiamo sfuggire alle preoccupazioni e alle esigenze della vita quotidiana.
Quando scapperemo?
Ma cos’è semplicemente staccare la spina, cos’è ancora distrarsi e cos’è già fuggire? Stabilire i limiti non è così facile. Tuttavia, di solito si parla di evasione solo in uno stato di distrazione prolungata o eccessiva.
Soprattutto nelle fasi difficili tendiamo a distrarci. Ci sono anche motivi psichici che ci inducono a distrarci sempre più e a sottrarci alla realtà:
Quando il livello di difficoltà nella nostra vita non è adatto a noi (sensazione di sopraffazione e stress elevato, come pure forte sottocarico o noia)
Quando abbiamo la sensazione che noi stessi e il mondo «non siano compatibili»
Quando siamo insoddisfatti, ma non vediamo alcuna prospettiva di poter cambiare qualcosa
Dopo eventi gravi che ci sovraccaricano psicologicamente ed emotivamente
«Un po’ di distanza dalla realtà può quindi dare spazio a utopie e visioni che possono ispirare il mondo e portare a nuove realtà.»
Un po’ di fuga dalla realtà non può essere anche positivo?
Certo che sì. Se una «fuga dal mondo» non degenera, non significa necessariamente che non si sia più in grado di affrontare la realtà. Lo psicologo norvegese Frode Stenseng, ad esempio, distingue due forme di fuga dalla realtà: Nella prima si fugge da pensieri o sentimenti spiacevoli come frustrazione, autovalutazione, impotenza o addirittura trauma. Nel secondo caso, però, si tratta di scoprire qualcosa di nuovo in se stessi, come per esempio gli utopisti o gli utopisti che, attraverso una decisione consapevole, esplorano nuove forme di vita e scoprono nuove capacità in se stessi. In questo modo si espandono quasi di una dimensione. L’evasione, secondo Stenseng, può quindi essere usata per sopprimere qualcosa – o per espandersi. Un po’ di distanza dalla realtà può quindi dare spazio a utopie e visioni che possono ispirare il mondo e portare a nuove realtà.
Mi sto ancora rilassando o sto già scappando?
Quanto tempo trascorro al giorno o alla settimana con le distrazioni più comuni?
Mi occupo più di loro che della mia vita?
Quali sono i momenti salienti della mia giornata:
Cose che accadono nella realtà o cose che mi distraggono da essa?
Mi sento meglio solo quando posso distrarmi?
Le distrazioni mi impediscono di affrontare i miei problemi?
Ho già vissuto conseguenze negative del mio comportamento di distrazione?
Trascuro gli amici, la famiglia, i miei obiettivi o i miei obblighi?
Cosa della mia vita non mi piace o mi manca?
Cosa potrei fare nella vita di tutti i giorni per essere anche solo un po’ più felice?